Racconto di un giorno d'estate (parte prima)
L'altra estate conobbi un Angelo di nome Angela...
Ero là in mezzo all'area picnic in una valle scura, nel
mezzo di una montagna montagnosa.
Ero là che mangiavo pane e soppressa e ingurgitavo mezzo
litro di birra alla presina (non avevo spine per versare la birra ma bensì
delle presine in cotone per tenere le bottiglie).
Ero là che osservavo l'incantevole verde della natura, lo
splendore del cielo azzurro, la maestosità e l'impotenza delle grandi montagne
(non ho mai visto montagne che riescano a far sesso, secondo me sono appunto
impotenti).
Ero là che osservavo...
Ero là che...
Ero là...
Ero...
Ad un certo punto non ero più là perché mi sono fatto una
canna ed ho fatto un trip in mezzo alle montagne senza sforzo...
Ad un tratto, come per incanto, tornai in me, o io tornai in
te o lui tornò in se o voi o
loro, o tu o io o lei...Ma Vaffanculo i pronomi personali!!!
Insomma come un fulmine a ciel sereno, come un motorino in
autostrada, come un auto in una pista ciclabile, come te non c'è nessuno, vidi
un Angelo....
Era bellissima...
Non molto alta, forse un metro e quaranta, o cinquanta, no
forse meno o un po' di più o perlopiù super giù circa quasi un metro e
quarantacinque...
Non pesava molto. Forse tra i trenta e i trentacinque chili.
Capelli verdi, occhi biondi, labbra piccole, la pelle chiara
di un chiaro un po' scuro, tipo
bianco sporco o bianco perlato o bianco pre-lavato. Comunque
sicuramente usava omino bianco come detergente.
Aveva tutte le cose al suo posto.
Aveva due occhi, un naso, due orecchi, un bocca, un collo,
un seno diviso in due per.
ehm due tette, poi aveva la pelle, le braccia, le gambe, le
mani, i piedi, una testa.
Il fisico c'era anche se poco,il resto non so. Anche se devo
dire le parti anatomiche non le avevo ancora analizzate...
Io la vidi.
Lei mi vide.
Io la osservai.
Lei mi osservò.
Io la riguardai.
Lei mi riguardò.
Io cercai di avvicinarmi a lei.
Lei cercò di avvicinarsi a me.
Ad un certo punto sbattemmo la testa l'uno contro l'altro.
Che botta!!!
Lei cadde a terra. Sveni penso...
Cercai di rianimarla portandogli dei sali.
Ma non si rianimò.
Cercai di rianimarla portandogli del pepe.
Ma non si rianimò.
Cercai di rianimarla portandogli dell'aceto
Ma non si rianimò.
Cercai di rianimarla portandogli dell'olio di mais,
dell'olio di oliva, dell'olio di fegato di
merluzzo e dell'olio di deficienti di girasole (quello di
semi di papavero l'avevo finito).
Ma non si rianimò.
Chiamai allora a voce alta “Qualcuno mi aiuti! Qualcuno mi
aiuti!”, ma rispose solo
l'eco della montagna che non era proprio giusto quel giorno.
Infatti l'eco mi rispose “Arrangiati coglione! Arrangiati
coglione!”.
Allora decisi che era venuto il momento di tirar fuori tutte
le cose che avevo imparato
al corso di sopravvivenza del CEPU e feci una respirazione
bocca a bocca.
Lei finalmente si rianimò e mi diede un bel ceffone sulla
guancia sinistra.
Ma il Signore diceva sempre “Porgi l'altra guancia”, io la
porsi e mi presi un bel ceffone
anche sulla guancia destra.
“Grazie.” Mi disse dopo avermi massacrato.
“Prego. Ho cercato solo di fare il mio dovere.” Gli risposi.
“Ho visto che mi guardavi.” Disse.
“Anch'io ho visto che mi guardavi.” Dissi.
“L'avevo capito che mi guardavi.” Disse.
“Anch'io l'avevo capito.” Dissi.
“Ma io avevo anche capito che tu avevi capito che io ti
guardavo.” Disse.
“Anch'io avevo capito che tu avevi capito che tu mi
guardavi.” Dissi.
“Ho capito che tu avevi capito che anche tu avevi capito che
io ti guardavo. Hai capito?”
“Penso di avere capito. Tu hai capito che io avevo capito
che io ti guardavo e hai capito poi che io avevo capito quello che tu hai
capito. Hai capito?”
“Certo che ho capito. Vuoi che non abbia capito? Io ho
capito quello che hai capito tu e
ho capito anche quello che ho capito io, ci siamo capiti o
devo fartelo capire?”
“No no ho capito. Per caso hai capito anche che capivo
quello che capivi tu?”
“No questo non l'ho capito...”
“Senti è meglio lasciar perdere il verbo capire altrimenti
chi sta scrivendo il racconto
(cioè io) non capisce più niente e nemmeno i lettori
capirebbero che cosa abbiamo
capito.”
“Già facciamola finita!”
“Be ma io non la farei così tragica. Perché vuoi suicidarti
adesso?”
.........................continua.................
Nessun commento:
Posta un commento