THE SECOND LOVE - A casa sua - Cap.1.0.3 (rev. beta 1)
Mi portò a casa sua, con la sua macchina, una vecchia
automobile degli anni 60'.
Passammo una vecchia strada e, dopo la tangenziale, ritrovai
una vecchia conoscenza
che con gli anni si era fatta ancora più vecchia.
Lei abitava in una vecchia casa, di una vecchi via di
periferia. Davanti a casa sua c'erano dei
vecchi nani da cortile. Mi sembrava di rivivere una vecchia
storia, come in un deja-vù.
Salì per delle vecchie scale e lei aprì una vecchia porta e
mi fece entrare nel suo vecchio tugurio.
“Però!” Esclamai. “Qua sì che si respira un' aria
giovanile!”
Mi chiese subito se volevo qualcosa da bere. Le dissi che
avevo già bevuto prima.
Mi chiese se volevo una sigaretta. Le dissi che preferivo le
canne e che comunque avevo smesso
già da un bel pezzo di fumare. “Da quanto?” Chiese lei. “Da
circa mezz'ora” Dissi io.
Mi chiese allora se volevo una canna. Ma io gli risposi che
ero già “fatto abbastanza”.
Mi chiese se volevo qualcosa da mangiare. “Non ho fame” Gli
risposi.
Mi chiese se volevo guardare la TV. Gli risposi che
preferivo di no visto che mi bruciavano gli occhi.
Mi chiese se volevo ascoltare musica. Io rifiutai perché
avevo un cerchio alla testa (il cerchio si vedeva bene, lo avevo disegnato con
un pennarello nero indelebile).
Mi chiese se volevo accendere il computer. “Non ho fuoco!”
Risposi.
Mi chiese se volevo navigare in Internet. Gli dissi che
soffrivo di mal di mare.
Alla fine lei mi chiese se volevo chiederle io qualcosa, e
io le dissi che non avrei mai chiesto
niente perché prima di uscire avevo messo del DENIM sullo
stomaco e sulla pancia e anche un po' più in giù (infatti ero tutto rosso e mi
bruciava), e quindi ero un uomo CHE NON DOVEVA CHIEDERE MAI!
E allora alla fine stremata, mi disse se io stavo pensando
alla stessa cosa che pensava lei, e io subito
gli risposi che non sapevo a cosa pensava lei visto che non
ero telepatico.
“Usa la fantasia!” Mi disse.
“Fantasia? Non la conosco! Come si fa ad usarla?” Chiesi io.
Lei allora ridendo a crepapelle (si era infatti rotta il
viso), mi disse che non poteva fare l'amore con
mè perché ero troppo simpatico (!?!) e che sarebbe stato per
un'altra volta (porca putt!. n.d.Erudita).
“Dobbiamo conoscerci meglio!” Disse.
“E' stato un colpo di fulmine! “ Disse.
“Dobbiamo stare con i piedi per terra!” Disse.
“Uffa!” Sbottai io “Non è che possiamo superare la
conoscenza, il fulmine e i piedi per terra ed
arrivare subito al sodo?” Chiesi io.
“No, no assolutamente!” Disse lei.
Me ne feci una ragione. Però le feci le feci in bagno e non
in salotto.
Poi mi feci dare dell'attack per incollare le mie scarpe al
pavimento, cercai un parafulmine per
eventuali altri colpi di fulmine e mi misi a chiacchierare del più, del
meno, del per e del diviso per
approfondire le nostre conoscenze. E così tirammo fino a notte
fonda.
L'hascish che tirammo
era proprio buona.
********************************** continua
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